Sunday, July 22, 2012

2 Sem 2012 - Part Two

Fawzi Chekili Quartet
Touyour Al Fajr




Fawzi Chekili Quartet,'Touyour Al Fajr' 
Aldo Vigorito, Acoustic bass
Francesco Nastro, Acoustic piano
Giuseppe La Pusata, Drums
Fawzi Chekili, Guitar & Oud. 
Recorded and mixed by Carlo Gentiletti at Il Parco studio
Naples May 25 & 26 2009 
All compositions by Fawzi Chekili


Mario Zara
Songs



By JazzandMore
Music,through emotions and feelings is revealing the" soul". So was thinking the pianist Mario Zara recording this cd for Abeat records.We can hear many musical influences:K.Jarret, Bill Evans,classical music,opera and italian popular music,all translate in a modern and personal jazz language In all of the takes, both originals and standards( italiansby Riz Ortolani, Maurizio Fabrizio and one american by Henry Mancini) we can hear a clear sense of melody,often emphasized by delayng the single notes and trasmitting a great emotional tension ( particularly on "Lettera a Mirò" and " Almeno tu nell'universo"). Songs represents the Music understood as the art of...dreams, or the key access to the "soul".

Artisti
Pintori Massimo - Drums
Ricci Marco - Double bass
Zara Mario - Piano


Mario Zara, Yuri Goloubev, Marco Zanoli
Private Tales




Track Listing No.
1 In Poche Parole 5.58
2 Things We Know 5.14
3 All the Things You Are 9.26
4 Marco's Macros 4.40
5 Maria 6.26
6 The Colour of Your Eyes 6.11
7 15 Novembre 4.43
8  Patty Knows 4.33
9  Chanson Pour Deux 6.46
10 I Fall In Love Too Easily 6.46 


Kenny Wheeler Big Band
The Long Waiting




by Ken Dryden
Kenny Wheeler has long been a talented composer, improviser, and soloist, though he is still overlooked by some jazz fans because most of his work has been issued by European labels. Among the composers of his generation, Wheeler is one of the best, along with the late Bob Brookmeyer, in writing and scoring creative works for a large ensemble. For this session, Wheeler's charts are performed by a 17-piece big band -- with the addition of Diana Torto's wordless vocals -- conducted by Pete Churchill. Wheeler's expressive flügelhorn has a slightly dissonant, fragile sound that is very much his own, while his works are full of moving ensemble passages and superb individual solos. The peppy "Four, Five, Six" is very much a modern work, with intricate solos by Wheeler, bassist Chris Laurence, baritone saxophonist Julian Argüelles, and guitarist John Parricelli. The Latin undercurrent of his extended work "Enowena" proves infectious as a backdrop for Wheeler's powerful solo. "Upwards" begins as a deliberate, brooding piece that suggests an emotional upheaval, with Wheeler stretching the upper range of his horn; it changes character midway into driving post-bop. This is easily one of Kenny Wheeler's best efforts as a leader.


Edward Simon, Scott Colley, Clarence Penn
A Master's Diary


Item: full_album_8052405140517_CD

By Francesco Giardinazzo
Esistono diversi modi di parlare di un incontro che ha risvolti importanti per chi ne è coinvolto. È il caso di Edward Simon (pianista di formazione classica e jazz) che insieme a Scott Colley (contrabbasso) e Clarence Penn (batteria) interpreta le musiche di uno dei nostri maggiori compositori per il teatro e il cinema, Fiorenzo Carpi.
Strano destino questo, che porta il talentuoso trio a ricordarci alcune delle cose migliori del nostro repertorio musicale spesso messo in ombra dall'idea —fuorviante- che la musica sia un complemento e non una protagonista di un'opera cinematografica o teatrale.
Esemplare al proposito la riflessione di Strehler: «Il mio teatro è tenuto insieme dalle note di Fiorenzo Carpi. Molto spesso la sua musica ha dato, all'inizio o durante il lavoro, la "chiarificazione" interna di cui avevo bisogno, l'illuminazione di un "tutto" che non riuscivo ad afferrare».
Ed è una filmografia sconfinata quella musicata dal compositore milanese, costellata di successi ottenuti al fianco di grandi registi come Malle, Comencini o Mazzacurati. Oggi le "note di regia" (non semplici partiture) di Carpi rivivono in questo progetto: da segnalare, in particolare, Diego Urcola, special guest impegnato in un'avvolgente "Eugenia's Theme" (da "Mio Dio come sono caduta in basso"); liricamente mosso il "solo" di "Nel parco" (da "Maggio musicale"); la main title del disco è un'introspettiva meditazione drammaticamente accentuata alla maniera del Gould bachiano rivoluzionario. La forza narrativa della melodia diventa uno strumento prezioso e profondo nelle mani di Simon, con fraseggi ed interplay icastici e sinuosi che alimentano la forza della narrazione che tocca dei picchi di assoluto e brillante lirismo nella versatile ispirazione del pianista venezuelano che riesce a conciliare il sapore caraibico con le vaporazioni melanconiche nostrane di Carpi.
Sono temi di grande coinvolgimento emotivo. E' difficile non trasalire nel ripensare al maestro interpretato da Bruno Cirino che da solo valeva una storia recente del nostro paese (lo sceneggiato di Vittorio De Seta si basava, vale la pena rammentarlo, su "Un anno a Pietralata" di Albino Bernardini, 1968). La musica di Carpi riusciva, e riesce ancora ascoltandola in questa veste, ad assolutizzare questa verità di racconto, alla quale il trio aggiunge sapori e confronti di una lingua diversa ma ugualmente memore di una sofferta modalità di accenti. Un modo in più di pensare a cosa manca oggi.
Non si tratta di una mera rilettura jazzistica, ma di un'autentica reinterpretazione delle composizioni di Carpi, il cui risultato è accattivante e ben ponderato negli equilibri interni e complessivi.

No comments: